ANNO 14 n° 119
Livingstone in Salotto
Amare tutto cambiando
>>>> di Massimiliano Capo <<<<
20/07/2015 - 00:00

di Massimiliano Capo

VITERBO - ''Noi riteniamo che sono per se stesse evidenti queste verità: che tutti gli uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e il perseguimento della Felicità''.

Maiuscole incluse, quei singolari personaggi che decisero di abbandonare la propria patria fino a rivendicare il dovere di farsene una nuova, ecco cosa scrivevano.

Quei diritti, pre-politici, che vengono cioè prima della forma di governo che gli uomini hanno deciso di darsi, sono i diritti di tutti: vita, libertà e perseguimento della felicità.

Diciannove persone. Diciannove. Meno di una classe di prima elementare. Meno di una cena tra amici.

Meno di qualunque cosa. E lì, a difendere il suolo italico con maschia determinazione, la solita truppa degli uomini certi. Quelli degli slogan senza tempo. Quelli delle tradizioni e dei confini.

Che poi, se uno si mette a pensarci su, quanti danni hanno fatto tradizioni e confini, identità e coerenze varie, c’è da mettersi le mani tra i capelli (ad averne).

Tra le tante inutili o poco utili cose scritte in questi giorni, una merita di esser letta.

Per il tono pacato, per la capacità di riconoscere l’esistenza di un problema, per la voglia di affrontare, con gli strumenti laici della razionalità politica, un questione con cui avremo sempre più a che fare negli anni a venire.

La linko qui

C’è una poesia di Carver che fa così: ''Adoro i torrenti e la musica che fanno./E i ruscelli, nelle radure e nei prati, prima/che diventino torrenti./Forse li adoro soprattutto/per la loro segretezza./a momenti dimenticavo/di dire qualcosa sulle sorgenti!/Può esserci una cosa più meravigliosa di una fonte?/Ma anche i grandi corsi d’acqua hanno il mio cuore./E i luoghi in cui confluiscono nei fiumi./Le foci aperte dei fiumi che sboccano nel mare./I luoghi dive l’acqua con altra acqua/si confonde./Questi luoghi mi si stagliano/ nella mente come luoghi sacri./Ma questi fiumi lungo la costa!/Li amo come alcuni amano i cavalli/o le donne affascinanti. Ho un debole/per questa acqua veloce e fredda./Mi basta guardarla perché il sangue scorra più veloce/e un brivido mi percorra la pelle. Potrei starli/a guardare per ore questi fiumi./Non ce n’è uno che somigli a un altro./Oggi compio quarantacinque anni./Chi ci crederebbe ora se dicessi/che una volta ne avevo trantacinque?/E che avevo il cuore freddo e vuoto, a trentacinque anni!/Sarebbero passati altri cinque anni/prima che ricominciasse a scorrervi del sangue./Mi prenderò tutto il temo che voglio oggi pomeriggio/prima di lasciare questo posto accanto al fiume./Mi piace amare i fiumi.//Amarli a monte fino/ alla sorgente./Amare tutto quello che mi fa crescere''.

Amare tutto quello che mi fa crescere.

Amare tutto quello che mi trasforma incessantemente.

Amare tutto quello che mi tramuta.

Tramutazione, parola chiave nella filosofia nonviolenta di Aldo Capitini.

Sta lì a dirci della necessità di aprirci al cambiamento profondo di noi stessi per aprirci all’incontro col di più del mondo, vivendo il superamento della realtà così com’è e della sua ripetizione.

''L’intelligenza umana ha dato prova di saper trovare congegni e soluzioni meravigliose; ora, e per di più ispirata da una corrente di amore, non saprebbe risolvere tanti casi che sembrano ardui?''

Una corrente d’amore. Un desiderio di ascolto. Una educazione aperta che con quella corrente e con questo desiderio sappia far parlare il cuore di ognuno di noi.





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